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tullio pancheri coredo 10a.jpg

tullio pancheri coredo 10a.jpg imgcor20.jpgMiniaturetullio pancheri coredo 40.jpgimgcor20.jpgMiniaturetullio pancheri coredo 40.jpgimgcor20.jpgMiniaturetullio pancheri coredo 40.jpgimgcor20.jpgMiniaturetullio pancheri coredo 40.jpgimgcor20.jpgMiniaturetullio pancheri coredo 40.jpg

Eccolo Riccardo Pastorelli, in una fotografia fatta in America (circa 1918) prima di ritornare nella sua Coredo e sposarsi. Per quasi 10 anni lavorò nelle miniere d'oro, di allora, raccontava alla figlia Anna che ogni giorno c'erano morti o feriti per frane o scoppi. Si accollò per molti anni due turni per guadagnare di più e tornare a casa prima; verso la fine della sua permanenza era guardiano al deposito dell'esplosivo che era meno pericoloso (?). Tra i ricordi del padre, Anna mi racconta anche che, quando L'Italia entrò in guerra contro l'Impero Austrungarico, fra i lavoratori Italiani venivano fatte delle collette per sostenere la guerra dell'Italia, per comperare armi ed esplosivi, e lui, sapendo che avrebbero potuto essere usate contro i suoi fratelli o familiari trentini, sempre, in un modo o nell'altro, si rifiutò di contribuire avendo parecchi congiunti ed amici con gli Austriaci, salvo poi capitolare per le pressanti richieste e per evitare gravi ritorsioni sia dai compagni di lavoro Italiani che dallo Stato Americano.